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Storia del Raku

Cenni di storia

fonte: http://it.wikipedia.orgRaku, tecnica di origine giapponese, nasce in sintonia con lo spirito zen che esalta l’armonia presente nelle piccole cose e la bellezza nella semplicità e naturalezza delle forme. L’origine del raku è legata alla cerimonia del tè: un rito, realizzato con oggetti poveri tra i quali il più importante era la tazza, che gli ospiti si passavano l’un l’altro. Le sue dimensioni erano tali da poter essere contenuta nel palmo della mano.L’invenzione della tecnica raku è attribuita ad un artigiano Coreano addetto alla produzione di tegole dell’epoca Momoyama (XVI secolo d.C.), Chojiro, che la sviluppò per poter più facilmente creare le ciotole per la cerimonia del tè (e in effetti il suo mecenate fu Sen no Rikyu, un maestro di questa cerimonia).  
Opera del maestro
giapponese Tanaka Sokel (sec. XIIV)
Il termine giapponese raku significa letteralmente comodo, rilassato, piacevole, gioia di vivere, deriva dal sobborgo di Kyōto da cui veniva estratta l’argilla nel sedicesimo secolo. Da quel momento divenne anche il cognome e il sigillo della stirpe di ceramisti discendente da Chojiro, tutt’ora attiva in Giappone. Nel diciottesimo secolo, venne pubblicato un manuale che ne spiegava nel dettaglio la tecnica, e da allora il raku si diffuse anche al di fuori del Giappone. Le ceramiche raku arrivano ad avere un valore elevatissimo e sono molto ricercate. Molte di queste opere posso essere ammirate, infatti, in musei e collezioni private.
Ciotola del
maestro giapponese Ryonyu 
(sec.XIIIV)

Se
siete interessati ad approfondire questo argomento vi consigliamo di
visitare il sito del museo
della ceramica di Faenza
o quello del museo
della ceramica e della famiglia Raku
.

 

 

L’ideogramma
“Raku” tradotto liberamente significa “godimento,
gioia, soddisfazione, liberazione”, ma la sua vera origine è
legata a “Jurakudai”, il nome dello stile architettonico
tipico dell’epoca Momoyama, il periodo in cui Chojiro e Sen Rickyu
diedero origine alla ceramica Raku.